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Nella sala numero 62 della National Gallery di Londra, il doge Leonardo Loredan sembra sorvegliare lo spazio con un silenzioso piglio autoritario. È un dipinto intrigante; il suo volto è estremamente realistico ed è racchiuso in un abito cosí rigido che sembra quasi un busto scolpito. Il 2016 ha segnato il cinquecentenario della morte di Giovanni Bellini, l’uomo che ha rivoluzionato il modo di dipingere a Venezia. Che cosa rende questo dipinto cosí importante? Al Sotheby’s Institute of Art, il punto di partenza è uno studio dettagliato ed approfondito dell’opera d’arte; la analizziamo e ne seguiamo gli indizi visivi per caprine il contesto.

La Dottoressa. Antonia Gatward Cevizli, Course Leader per il 15- week Foundations of Western Art Semester Program, analizza in profonditá il capolavoro di Bellini, e ci dimostra come l’analisi visiva sia assolutamente fondamentale per comprendere un’opera a 360 gradi.


leonardo-loredanChi è il soggetto del ritratto?
Il soggetto del dipinto è identificabile, dall’abbigliamento, come un doge, eletto a capo della Republica di Venezia: il cappello a punta, noto come corno, un mantello di damasco di seta bianca ed oro con bottoni a campana a loro volta d’oro. Ma di quale doge si tratta? I lineamenti del volto abbastanza scarni corrispondono all’altro dipinto a noi noto per essere quello di Leonardo Loredan, diventato doge nel 1501.

Quando è stato dipinto?
Il dipinto non reca la data, ma probabilmente è stato commissionato quando Loredan ricevette l’incarico nel 1501. All’epoca aveva 65 anni, il che sembra combaciare con l’etá dell’uomo rappresentato nel dipinto.

Da chi è stato dipinto?
Giovanni Bellini ha voluto confermare la paternitá del dipinto collocando il suo nome in latino al centro del parapetto. Sembra quasi che sia stato scritto su un foglietto spiegazzato e solo temporanemente attaccato al parapetto, quasi come se si potesse essere in grado di prenderlo e raddrizzarlo. Con un gioco di illusione ottica, infatti forse Bellini aveva in mente la storia dell’antico pittore Greco Parrasio, che era stato in grado di ingannare l’artista Zeusi spingendolo a tentare di scostare la tenda, credendo celasse il dipinto di Parrasio, scoprendo invece poi che la tenda stessa era dipinta.

Qual è il materiale utilizzato?
Il naturalismo di questo dipinto è stato possibile grazie all’abilitá di Bellini nell’utilizzare la pittura ad olio. Sono stati gli artisti fiamminghi i primi a padroneggiare il sorprendente realismo che poteva essere raggiunto con i dipinti ad olio, ed è stato Bellini uno dei primi pittori veneziani ad adottare questa tecnica. Il materiale di ogni dettaglio del dipinto salta subito all’occhio: il foglio accartocciato, la lucentezza della sua veste, il soffice tessuto dei bottoni, le pieghe della pelle, il leggero accenno di barbetta e la luciditá degli occhi. Il dipinto ad olio si asciuga lentamente e permette all’artista di mescolare una grande varietá di toni dando quindi la possibilitá di creare zone di diversa intesitá luminosa. Altrettanto in voga nel Nord Europa, era la posizione a tre quarti, e il ritratto di Bellini risulta essere testimonianza di questo periodo di intensi scambi artistici.

Com’è stato rappresentato?
In questo ritratto, Bellini trova un equilibrio tra l’affermazione dell’autoritá e il suo essere uomo. Lo sfondo spoglio fa sí che i nostri occhi si focalizzino sulla figura e sull’abito dogale. La vesta del Doge Loredan occupa metá della composizione. Il pensieroso, ma allo stesso tempo, uomo sicuro che si trova di fronte a noi, ci sembra incredibilmente reale ed estramamente vicino, ma la balaustra lo separa dallo spettatore e questo distacco gli conferisce solennitá. Adottando la struttura del busto, Bellini ci ricorda deliberatamente il ritratto a mezzo busto romano con le relative connotazioni di potere e autoritá.

Qual era la sua funzione?
Non abbiamo nessuna testimonianza di dove questo dipinto fosse stato collocato. Al doge era proibita la glorificazione della propria persona e questo spiega l’attenzione, in questo ritratto, nei confronti dell’abbigliamento ufficiale, che simboleggia il ruolo dogale. Poteva anche essere stato dipinto per il palazzo della famiglia Loredan, o invece, un regalo diplomatico.

Perché è importante questo ritratto?
Lo storico dell’arte cinquecentesco Giorgio Vasari, ci racconta che è stato Giovanni Bellini a rendere di moda il ritratto a Venezia. I grandi artisti veneziani Giorgione e Tiziano, entrambi apprendisti nello studio di Giovanni Bellini, sperimenteranno la ritrattistica partendo da queste sue conquiste artistiche.


Dr Antonia Gatward Cevizli
Dr Antonia Gatward Cevizli è specializzata nel Rinascimento Veneziano e, in particolare, nei legami della cittá con il mondo islamico. Dr Gatward Cevizli è la Course Leader di Foundations of Western Art 15-week Semester Programme, al Sotheby’s Institute of Art di Londra.

Tra le sue pubblicazioni: 'Bellini, Bronze and Bombards: Sultan Mehmed II’s Requests Reconsidered’ in Renaissance Studies, 28, n. 5 (2014), 748-765.

 


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Tutti i corsi sono tenuti in lingua inglese.

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